L’associazione, attraverso la realizzazione di incontri, corsi, progetti, consulenze intende aiutare le persone a fare le scelte giuste per la loro salute contribuendo a ridurre il numero delle persone che si ammalano e dando sostegno alle persone malate per raggiungere una condizione di benessere nonostante la malattia.
Intende altresì contribuire alla strategia della “salute in tutte le politiche” (urbanistiche, ambientali, del welfare, del commercio, della scuola, della cultura, dello sport, etc), perché, come ben espresso dal gruppo di ricerca americano “Minnesota Heart Health”: “Ciò che abbiamo imparato è che è difficile cambiare i comportamenti degli individui senza cambiare le comunità in cui essi vivono e ciò che stiamo imparando è che è difficile cambiare il comportamento di intere comunità senza cambiare il loro ambiente sociale”.
L’associazione si riconosce in Slow Medicine e si impegna a promuovere una medicina sobria, rispettosa e giusta. Si riconosce altresì in Slow Food perché mangiare bene è un elemento chiave per avere una buona salute e in Slow Science perché è necessario, oggi più che mai, trovare il tempo per riflettere, essendosi perso il dialogo tra le scienze umane e naturali.

Agisce attraverso i suoi fili:
– Il filo rosso della prevenzione: il concetto di prevenzione, come quello di salute, continua ad avere declinazioni differenti, dipendenti soprattutto dai progressi scientifici e tecnologici e dalle strategie sanitarie perseguite. Fino a poco tempo fa i livelli di prevenzione universalmente conosciuti erano la primaria (evitare la malattia), la secondaria (scoprire la malattia in fase iniziale) e la terziaria (evitare recidive e complicanze), basati sul ruolo centrale che riveste il medico nell’assistenza sanitaria. Oggi sta prendendo sempre più campo un concetto nuovo di prevenzione che mette insieme i punti di vista del medico (presenza o assenza di malattia) e quelli del paziente (malessere o salute) conferendo a tale rapporto un ruolo centrale. Si delinea così un quarto livello di prevenzione, la quaternaria, in cui c’è malessere dal punto di vista del paziente, ma assenza di malattia dal punto di vista del medico. La prevenzione quaternaria è essenzialmente la prevenzione della medicina non necessaria o della medicalizzazione della vita.
Per prevenire bisogna essere educati e acquisire consapevolezza delle conseguenze delle nostre scelte. Una corretta educazione e orientamento possono essere la chiave di svolta.

– Il filo giallo dell’educazione: è fondamentale per rendere possibile che le persone si prendano quel tanto di potere (empowerment) che permetta loro di scegliere ciò che è meglio per il loro benessere. Acquisire consapevolezza e riacquistare fiducia nell’intera società è indispensabile in questo momento storico di sempre crescente potenza tecnologica ma anche di tanta confusione e strumentalizzazione di qualsiasi dato o fatto.

– Il filo blu dell’orientamento: il cittadino si deve muovere nel complesso contesto odierno capace, da un lato, di promettere sempre maggiori possibilità di cure, ma, dall’altro, di trasmettere insicurezza e, talvolta, sfiducia. Gli stessi professionisti della cura sono spesso impossibilitati a dare risposte concrete per il crescente numero di specializzazioni e la conseguente frammentazione degli interventi.
Le competenze plurispecialistiche degli associati possono aiutare a costruire una rete relazionale tra cittadini, operatori sanitari e istituzioni.

– Il filo invisibile dedicato alle situazioni più complesse (non autosufficienza, malati rari e orfani): la sfida della medicina del terzo millennio è rivolta alle malattie complesse di notevole impatto sia sul piano epidemiologico per la diffusione planetaria, sia su quello socio-sanitario ed economico. L’antropologo Antonio Guerci sostiene da tempo che “[…] arriveremo alla contraddizione che vedrà la medicina e l’ingegneria genetica capaci di ritardare la senescenza, allorché le scienze sociali saranno incapaci di proporre dei modelli di organizzazione collettiva che permettano di accogliere degnamente gli anziani, di offrire loro un ruolo e una utilità sociale”. Lo stesso, nonostante i progressi scientifici e le attenzioni delle istituzioni, le persone affette da malattie rare e orfane, soffrono il disagio di percorsi diagnostici-assistenziali difficoltosi e disomogenei che conducono quasi sempre a ritardi nell’inquadramento nosologico della malattia alla quale, peraltro, quasi mai consegue un trattamento efficace.

I fili, snodati e intrecciati con rispetto, equilibrio e onestà, utilizzando i contributi di tutte le persone, singole e in associazione, professionisti della cura e altri, contribuiranno a riempire quel vuoto di iniziativa promuovendo il cambiamento di paradigma dalla medicina riduzionistica basata sul principio “diagnose and treat”, indispensabile in ambito ospedaliero, alla medicina della complessità basata sul principio “predict and prevent”, altrettanto indispensabile in ambito territoriale.
Il vuoto odierno è innanzitutto un vuoto di dialogo tra pazienti, operatori sanitari e istituzioni, un vuoto che inevitabilmente conduce alla frammentazione degli interventi, alla sfiducia nel sistema sanitario, talvolta all’insuccesso terapeutico, sempre alla crescita smoderata delle spese.
L’associazione si impegna a riproporre un dialogo attento, basato sull’ascolto di chi soffre e sulla consapevolezza che la medicina non è solo scienza e tanto meno non è infallibile, così come non sono infallibili le organizzazioni.
Solo con queste premesse è possibile offrire un sostegno concreto al mondo della complessità rimuovendo dall’intreccio della matassa i fili invisibili della rassegnazione e della sfiducia e colorandoli di consapevolezza e speranza.

Incontri, corsi, iniziative, progetti finalizzati al benessere di tutti i cittadini.
Dal 2013 ad oggi sono stati realizzati 3 convegni:
Il volto umano della medicina – Chiavari, 31 maggio 2013;
Dialogo sulla vecchiaia del terzo millennio – Lavagna, 6 novembre 2015;
I sindaci possono migliorare la salute dei cittadini? Come? Idee, strumenti, proposte – Lavagna, 5 maggio 2016.

Sono stati inoltre presentati numerosi incontri del ciclo EDU”CARE” tenuti a Lavagna, sala Albino nel 2014 e 2015 e sono tuttora in corso gli incontri del ciclo “L’Intreccio dei Fili”, che hanno avuto inizio nel 2016, tenuti presso la sede dell’Associazione, in via Castagnola 9/2 a Chiavari.
Sono in corso attività progettuali in collaborazione con la Fondazione Antonio Morando: “Il Quartiere solidale” ed altre iniziative reperibili nel sito web.

Tutti i cittadini

L’Associazione I Fili è iscritta dal giugno 2014 al Registro regionale del Terzo Settore, sezione delle associazioni di promozione sociale, parte A, codice alfanumerico ASS-GE-033-2014.
L’associazione I Fili, con decreto n. 4137 della Regione Liguria, ha ottenuto l’iscrizione all’elenco regionale degli organismi che perseguono scopi educativi e formativi nella rete dell’apprendimento permanente ai sensi del DGR n.450 del 27/03/2015.
Il domicilio fiscale è in Genova, via Ceccardi 4/5, mentre la sede operativa è a Chiavari.