“Radici nel cuore per non dimenticare”, questo il titolo evocativo e pressante, dell’incontro che si terrà, sabato, 2 dicembre, alle ore 10.30, nella sala presidenziale della Società Economica di Chiavari. Promosso dalla Società Economica, dalla Sezione Tigullia dell’Istituto di Studi Liguri e dall’Associazione ButoCultur@ con l’apporto organizzativo del Centro culturale Lascito Cuneo di Calvari, l’appuntamento avrà come protagonista Sandro Gabrovec, mente ispiratrice e anima di  “ButoCultur@”, un’associazione che ha preso nome da uno sperduto paesino dell’alta Val di Vara in comune di Varese Ligure.

Affiancato da alcuni amici, altrettanto appassionati “delle cose del passato”, dal 2002 ad oggi Gabrovec ha messo mano ai documenti degli archivi di cinque parrocchie ricavandone altrettante pubblicazioni nelle quali ha trasferito, non solamente notizie storiche, ma anche aneddoti, curiosità e tradizioni, integrandole con racconti attinti dall’archivio della memoria, vale a dire dalla viva voce delle persone più anziane.

Queste sue ricerche, relative ad un territorio che ha sempre avuto intensi rapporti col Tigullio più ancora che con lo Spezzino, consentono di conoscere la storia minuta delle piccole comunità prese in esame (Buto, Teviggio, Porciorasco, Caranza, Còstola) ma anche di vedere come sono stati vissuti  dalla popolazione locale certi eventi, che fanno parte della “grande” storia. Come ad esempio nel 1748, quando durante la guerra di successione austriaca, il territorio fu occupato dalle truppe d’oltralpe e poi nel 1799 quando i francesi e gli austriaci distrussero campi e vigne, e ancora ai tempi della Resistenza, con imposizioni, violenze e scontri tra partigiani e nazi-fascisti.

Dai documenti e dai racconti sono emersi l’amore per la famiglia e per il proprio paese, la solidarietà, il duro lavoro, la tenacia, lo spirito di sacrificio, la fede.  Ma i registri parrocchiali, istituiti sul finire del ‘500, ci mostrano anche l’enorme mortalità infantile, le periodiche epidemie, i flussi migratori, il fenomeno dei trovatelli, gli incidenti. E ci dicono della terribile  carestia del 1817 che causò moltissime vittime in tutti  i paesi.

Non mancheranno, nel racconto di Sergio Gabrovec riferimenti alla tradizione, alla medicina popolare, alla magia, alla gastronomia, a particolari eventi atmosferici, alle condizioni sociali, e anche a fatti delittuosi desunti dai documenti. Uno spaccato di vita che ci riporterà indietro nel tempo e che certamente ci indurrà a fare un raffronto con la nostra epoca e con tanti avvenimenti dell’attualità. Ingresso libero.