Una serata di “Racconti, passioni e impegno civile” per ritrovare il desiderio di costruire legami buoni nella società che possano sconfiggere ingiustizie, malativita, egoismi.

MERCOLEDÌ 23 MAGGIO 
alle ore 21:00
a Lavagna, presso l’Auditorium “G. B. Campodonico”.

La serata, che sarà coordinata dalla giornalista Claudia Sanguineti, nasce dalla presentazione di un libro. “Il giardino della memoria” affonda le radici nella cronaca di uno dei più efferati delitti mafiosi degli ultimi decenni: il rapimento del tredicenne Giuseppe Di Matteo e il suo assassinio, due anni dopo, l’11 gennaio 1996. L’io narrante della storia è un regista teatrale che accetta l’incarico di scrivere una pièce e per farlo si concentra sui giorni di prigionia del ragazzo; al suo racconto si alternano la voce della vittima che sogna, si arrabbia, è la voce palpitante che attanaglia il cuore, ma è capace di illuminare anche gli ultimi 180 giorni di buio nel bunker. Ci sono, infine, le voci fissate nella trascrizione di stralci di atti giudiziari del processo.
Al racconto tetro della vicenda l’autore aggiunge una dimensione più profondamente poetica che solo la scrittura, attraverso l’immaginazione, gli consente. Lo scrittore ripercorre quei giorni di prigionia, immaginando quello che potevano essere stati i sogni, le speranze, i desideri, le paure di quel bambino.

Autore del libro è Martino Lo Cascio, che sarà presente a Lavagna.
Martino Lo Cascio è nato a Palermo, dove vive. Psicologo e psicoterapeuta, è autore e regista di documentari e opere teatrali – per cui è stato più volte premiato – incentrati sui temi del disagio sociale, delle migrazioni e dell’interculturalità.

Lo Cascio dialoghera’ con un giornalista ligure che aiuterà a portare i tempi anche in ambito locale.
Ferruccio Sansa (1968) vive a Genova. È inviato de «il Fatto Quotidiano». Ha cominciato la sua carriera occupandosi di temi ambientali per «Airone» e «Bell’Italia». Poi è passato ai quotidiani, prima a «Il Messaggero» e poi a «la Repubblica». Successivamente a “Il Secolo XIX” e a “La Stampa”.

Ospite speciale della serata sarà Luigi Lo Cascio, fratello di Martino.
Luigi Lo Cascio frequenta per due anni la facoltà di medicina. Il suo sogno, a quel tempo, è diventare psichiatra. Ma il teatro irrompe nella sua vita e le sue ambizioni a poco a poco si trasformano. Luigi abbandona gli studi e supera l’esame d’ammissione all’Accademia di Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’. Si diploma come attore nel 1992, presentando un saggio sull’Amleto. Inizia subito a lavorare stabilmente sulle scene, diretto da nomi come Giuseppe Patroni Griffi e Carlo Cecchi.
Il passaggio al cinema è casuale. Marco Tullio Giordana lo vede a teatro, mentre Luigi interpreta a Palermo una trilogia shakesperariana e lo sceglie subito per il ruolo di Peppino Impastato nel film I cento passi. Luigi però è perplesso; non ha alcuna esperienza cinematografica ed è convinto che il teatro sia molto più vicino alle sue corde. Poi, leggendo il copione e soprattutto incontrando i familiari del giovane ucciso dalla mafia, decide di portare sullo schermo questo personaggio intenso e drammatico. Il film ha un grande successo di pubblico e critica e l’interpretazione di Luigi viene premiata con il David di Donatello.
Negli anni successivi, Luigi è nel cast di Il più bel giorno della mia vita di Cristina Comencini; è il protagonista di Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni, grazie al quale conquista la Coppa Volpi alla 58° Mostra del Cinema di Venezia. Interprete anche in altri numerosi film: da La meglio gioventù a Buongiorno, notte, da La vita che vorrei, al thriller Occhi di cristallo.