Il 1° dicembre alle ore 17.00 nella sala presidenziale della Società Economica di Chiavari, in via Ravaschieri, n. 15, verrà presentato il romanzo “Zia Priscilla e l’enigma degli occhi verdi” di Carla Fiore, edizioni Mille.
L’incontro consentirà all’autrice di illustrare le motivazioni del suo lavoro che fra le sue pieghe risulta essere una originale “guida” ai luoghi storici di Chiavari. La Società Economica ha rilevato l’interesse che il libro può suscitare e ha accettato di dare il suo patrocinio all’evento. A testimonianza di questo, un membro dell’Ufficio di Presidenza dell’Ente sarà presente al tavolo.

Carla Fiore, di madre chiavarese, residente a Torino, ha vissuto nel Tigullio per molti anni e ha frequentato l’Università di Genova. Rimasta sempre legata alla cittadina rivierasca, ha ambientato il suo primo romanzo tra Chavari, Lavagna e Cogorno descrivendone le bellezze naturali e architettoniche, facendo rivivere la storia attraverso i monumenti e i personaggi del passato.
L’opera offre più approcci ai diversi lettori: l’azione poliziesca per chi cerca una vicenda avventurosa, un distillato di conoscenze storiche e artistiche per chi vuole conoscere aspetti poco noti della riviera, una rilassante lettura nel gustare il carattere dei personaggi: su tutti Zia Priscilla, “debuttante” in mezzo ai professionisti delle indagini ma anche nel panorama della letteratura “noir”.

Il romanzo verte sul furto della pala della Maestà del Cimabue nella Chiesa di Santa Maria dei Servi in Strada Maggiore a Bologna. Il colpo, effettuato in pieno giorno, sembra coinvolgere i religiosi, suoi custodi, e il professore universitario Alberto Cademartori. Si vedono attivamente all’opera ufficiali dell’Arma dei Carabinieri che stanno indagando su furti di opere d’arte in molte città d’Italia.
La vicenda di intreccia con l’omicidio dell’unica testimone del furto e con l ricerche storiografiche di Luca, uno studente che prepara la tesi sulla famiglia Fieschi. Lo sfondo si sposta da Bologna alla Liguria: Chiavari. Panesi di Cogorno e San Salvatore dei Fieschi diventano con Genova la cornice del romanzo.
Zia Priscilla, presentata in modo ironico, è il file rouge del romanzo. Vive tra Chiavari e Bologna: è una persona molto curiosa, con un ottimo senso per le indagini, scrittrice di gialli. Viene coinvolta negli studi del nipote Luca e nelle sue avventure; con le sue qualità riesce a inquadrare particolari, a prima vista irrilevanti, che vanno a comporre il mosaico affidato alle mani dei Carabinieri. La ricca raccolta di opere anche inedite conservate alla Biblioteca della Società Economica di Chiavari sarà determinante per trovare il bandolo degli eventi e per fare arrestare una banda internazionale specializzata in furti di opere d’arte.

Il romanzo, che spesso presenta toni rocamboleschi, ricongiunge il passato con la modernità, collocando i personaggi in ambienti reali e descrivendo luoghi caratteristici quali Strada Maggiore e il complesso di Santo Stefano a Bologna, Borgo Dora a Torino, Carla Fiore, alla sua prima pubblicazione, scommette con l’editore sul fatto che Zia Priscilla tornerà a affrontare con la sua matura leggerezza e con la sua efficace modestia le indagini su nuovi intricati delitti.